la piscina di siloe
È APPARSA LA GRAZIA DEL PADRE

Il Signore è vicino, andategli incontro!
Il Signore viene, attendilo con gioia!
Il Signore viene a visitarti, prepara la tua casa!

Quanti di questi saluti e altri simili abbiamo ascoltato alla fine di ogni celebrazione Eucaristica in questo tempo di avvento e, da questi inviti, siamo stati resi missionari, annunciatori dell’Emmanuele, il Dio con noi.

Andiamo incontro al Signore, attendiamolo nella gioia perché davvero viene, prepariamo il nostro cuore ad incontrare il Signore!

Carissimi non facciamo memoria di un evento passato ma facciamo memoria di un evento futuro: del ritorno di Cristo, nostro Salvatore, giudice misericordioso e buono.

Andremo nella Notte Santa alla grotta di Betlemme e lì incontreremo ancora una volta il Bambino Gesù, luce al nostro cammino e, mentre lo adoriamo, piccolo e bisognoso di noi, deposto in una mangiatoia e accolto dai pastori, umili guardiani di animali, volgiamo il nostro cuore a quell’incontro ultimo della sposa con lo Sposo e alle orecchie del Bambino cantiamo: Vieni, Signore Gesù! Vieni presto, non tardare! Ascolta adesso il canto degli angeli e senti la voce del bambino: Si, verrò presto, non tarderò!

La gioia del Natale è nella certezza di questo incontro con il Signore Gesù!

È quanto ha annunciato l’Apostolo Paolo a Tito e che stanotte le nostre orecchie hanno udito: è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.

Una grazia che ci insegna a rinnegare ogni empietà ed ogni desiderio mondano e ci Invita a vivere in sobrietà, con giustizia, con pietà. Ma nel nostro quotidiano conosciamo bene le difficoltà e sperimentiamo ancora ogni nostro desiderio mondano ed ogni rinnegamento della fede. Ed ecco ancora Paolo condurci alla grotta e mentre ci indica il bambino così parla a noi: nel bambino che stanotte contemplerete, nato nella grotta di Betlemme, è apparsa la bontà di Dio e il suo amore per ogni uomo, donna che salva ciascuno di noi per la sua misericordia e non per le opere da noi compiute.

E il Bambino Gesù non è uno dei tanti salvatori ma è l’Unico Salvatore a cui volgere il nostro cuore, ogni nostro sguardo, verso cui incamminarsi. Nel bambino il dono più grande di Dio all’uomo e dinanzi al bambino siamo chiamati tutti, piccoli e grandi a decidersi se accoglierlo ed abbracciarlo oppure rinnegarlo.

Accogliamo il bambino Gesù perché mentre lo accogliamo siamo resi figli del padre perché a noi è rivelato il padre e lo conosceremo davvero.

Ecco il Natale:

gioia per un bambino che ci viene donato nella povertà di una mangiatoia, stupore per quanto siamo resi dalla luce del bambino
che rivela a noi il nostro essere figli del Padre,
attesa di un ritorno nella gloria del Figlio risorto, di un incontro,
di un abbraccio, di un amore, dell’unico amore che è capace
di aggiungere vita alla vita, di renderci vita piena.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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