la piscina di siloe
v QUARESIMA. VA, NON PECCARE PIÚ.

Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche.
Ecco, io faccio una cosa nuova, proprio ora a germoglia, non ve ne accorgete? 
Aprirò anche nel deserto una strada… 

È la Parola che raggiunge oggi le nostre orecchie. 
È proprio la parola del profeta Isaia e ci raggiunge in questa domenica quinta di Quaresima, prossima, vicina alla Pasqua.
Dimentichiamo le cose passate, non pensiamo alle cose antiche, tutte cose alle quali siamo legati e che ci legano non permettendoci spesso di correre verso la meta, di vedere le cose nuove che germogliano e che Dio stesso opera. 

Pasqua è novità! 
Pasqua è germoglio! 
Pasqua è abbandono delle cose vecchie! 

Come Gesù, oggi, scriviamo le cose antiche sulla sabbia perché con facilità scompariranno, non si leggeranno più, non saranno più le nostre catene. 

Gli scribi e i farisei conducono una donna sorpresa in adulterio a Gesù. La accusano, forse giustamente, e per la legge di Mosè deve essere lapidata, messa a morte. I farisei e gli scribi sono legati al passato, incatenati alle cose antiche e guardano le cose antiche della donna. La donna stessa è legata al suo passato e alle sue cose antiche. 

Tutto per quella donna è adulterio!
P
er tutti quella donna è adulterio! 

E Gesù invita innanzitutto tutti a guardare il proprio passato, le proprie cose antiche con quella parola che pesa come un macigno per ciascuno: Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra.
Tutti lasciano cadere la pietra che tengono nelle mani e si allontanano, lasciando Gesù solo con la donna e la donna sola con Gesù.

Tutti abbiamo peccato, tutti volgendo lo sguardo alle cose antiche e passate ci allontaniamo da Gesù, dal nostro correre verso la meta, perché incapaci di vedere le cose nuove, quelle cose nuove che Dio opera per ciascuno di noi. 

E ascolta ancora Gesù che dice alla donna:  Nessuno ti ha condannata? Neppure io ti condanno, ma adesso Gesù deve scrivere nel cuore di quella donna, perché ancora lei condanna se stessa, guarda al suo passato, sa di essere adultera. Ecco la parola che Gesù scrive nel cuore della donna:  Va, d’ora in poi non peccare più.

Cammina, corri verso la méta, o donna, 
corri al premio che Dio ci chiama a ricevere,
corri, da ora in poi, non dal tuo passato o dalle tue cose antiche.
Corri, da ora in poi, senza più peccare, 
senza più guardare al tuo passato e alle tue cose antiche. 

Il peccato più grande per Gesù della donna non è il suo adulterio, ma è il suo essere attaccata alle cose antiche e alle opere passate. 

Così sembra dire Gesù alla donna: Non peccare più non guardare più il passato non guardare più le cose antiche. Ecco, io faccio cose nuove, ecco nel deserto un germoglio. Quell’ora è il nuovo germoglio e tutti siamo chiamati a vivere e riconoscere nella nostra vita quell’ora che è (sempre) il nostro presente ricco dello Spirito dal quale iniziare a correre verso la méta, dal quale sforzarsi a correre, incoraggiati da quel Gesù che ci viene incontro e che sussurra alle nostre orecchie come a quelle della donna neppure io ti condanno. 

Un germoglio spunterà nel deserto una strada sarà aperta nel deserto nella steppa scorreranno fiumi di acqua. 

Come Paolo possiamo dire che ancora non abbiamo raggiunto la mèta, ci sforziamo, corriamo come atleti, ma, ancora come Paolo, abbiamo una certezza quella di essere stati conquistati da Cristo e dalla sua parola va d’ora in poi non peccare più. 

Ecco in questa domenica l’annuncio della Pasqua ormai vicina:
Mi glorificheranno le bestie selvatiche, 
sciacalli e struzzi, 
perché avrò fornito acqua al deserto, 
fiumi alle steppe per dissetare il mio popolo, 
il mio eletto. 

Il popolo che io ho plasmato
per me celebrerà le mie lodi. 

Va d’ora in poi non peccare più.
Corri verso la mèta.

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