Domenica delle Palme e della Passione del Signore.
Domenica delle Palme perché ricorda la festosa processione con palme e rami d’ulivo e celebra l’entrata di Gesù a Gerusalemme dove trova compimento la sua vocazione messianica.
Domenica della Passione perché apre un tempo liturgico particolare, la Settimana Santa, che precede immediatamente la Pasqua e in cui si celebra il Triduo Pasquale.
Trionfo del Cristo Messia e annuncio del compimento – realizzazione della regalità del Figlio dell’Uomo nella Passione, nella morte in Croce.
La Quaresima, accompagnata dal silenzio e dalla solitudine imposti in questo tempo, ci ha permesso di camminare verso il Cristo che entra a Gerusalemme e, in questo tempo, abbiamo guardato con Giovanni Battista e con la samaritana, con il cieco nato e con Lazzaro ai nostri cuori e, con l’aiuto dello Spirito, li abbiamo contriti, li abbiamo volti al Signore!
Ma da oggi la liturgia ci invita per tutta questa Settimana santa a contemplare la Passione di Gesù. In un certo senso siamo esortati a spostare l’attenzione da noi stessi al Signore, dall’esigenza di una nostra purificazione alla contemplazione di Gesù nella sua Passione.
Celebreremo la Settimana Santa e il Triduo Pasquale in Famiglia, imitando, un po’, i nostri fratelli maggiori, gli Ebrei.
Una esortazione a me e a voi: volgiamo lo sguardo solo alla passione, morte e risurrezione di Gesù.
Accogliamo questo tempo che trova compimento nello spazio della vita familiare come dono straordinario dello Spirito e in questo nuovo luogo liturgico-sacramentale viviamo e facciamo Pasqua.
Con Gregorio di Nissa vi dico:
Cambiamento di luogo non comporta avvicinamento di Dio, ma, dovunque tu sia, sarà Dio a venire da te, purché l’albergo della tua anima sia trovato tale che il Signore possa abitare in te e camminare con te.
Ma se tu hai pieno l’uomo interiore di pensieri malvagi, anche se stai sul Golgota, o sul Monte degli ulivi, anche se stai giù nel Sepolcro del risorto, sei tanto lontano dall’aver accolto in te stesso Cristo quanto coloro che non lo hanno riconosciuto. Consiglia, dunque, ai fratelli di andar pellegrini dal corpo al Signore e non dalla Cappadocia in Palestina.
E adesso volgiamo le nostre orecchie alla profezia:
Ecco, a te viene il tuo Re,
umile, seduto su un’asina e su un puledro
figlio di una bestia da soma.
Oggi questa profezia è detta per te.
A te viene il tuo Re.
A te, che hai camminato nel tempo della Quaresima verso Cristo.
A te, che hai iniziato a muovere i primi passi verso Cristo.
A te, immobile nel tuo stare attaccato alle tue certezze.
A te, viene il tuo Re.
E il tuo Re viene Crocifisso, viene seduto su un’asina, su un puledro.
Sì, è un Re mite, umile, cavalca la tua umanità, non disdegna nessun uomo, asina o puledro, perché porta con sé ogni peccato, il mio peccato. Il tuo peccato.
A te viene il tuo Re:
non ha tromba, non ha cortei,
non si impone con la forza ma,
bussa, oggi, al tuo cuore e
dall’Alto delle Passione – Amore
per te, chiede a te,
di celebrare la Pasqua con Lui,
di celebrare la sua Pasqua con te,
di risorgere con te, in te e per te.