Il Vangelo di questa domenica è certamente uno dei vangeli più difficili non tanto per la sua comprensione quanto per la sua attualizzazione nel quotidiano, nella vita della comunità cristiana.
È una pericope del vangelo di Matteo rivolto ad una comunità costituita da fratelli, rivolto un’assemblea convocata dal Padre nello Spirito di Cristo che tutti rende fratelli.
E Gesù inizia in questo modo: Se il tuo fratello commette una colpa grave contro di te… va…
Chi commette una colpa grave, un errore, il peccato non è un estraneo ma è un fratello. Un fratello nella fede in Cristo capo, che rende ciascuno parte di un corpo, il suo corpo reso vivo dallo Spirito.
Cosa può significare: Se tuo fratello commette una colpa grave, un errore?
In una comunità di fratelli, nel corpo il cui capo è Cristo, ognuno è chiamato a prendersi cura dell’altro, così come nel corpo ogni membro si prende cura di tutto il corpo e di ogni parte del corpo.
In una comunità di fratelli, nel corpo il cui capo è Cristo, ognuno è chiamato ad essere sentinella per l’altro così come il profeta Ezechiele, presentatoci nella prima lettura, è invitato ad ascoltare la parola di Dio e ad avvertire il malvagio della sua morte certa se non desiste dalla sua condotta. Dio domanderà conto al profeta della morte del malvagio e la salvezza stessa del profeta dipende dal suo riferire, dal suo parlare al malvagio, dal farlo desistere dalla sua condotta iniqua. Se il profeta tace, se il profeta non avverte, se il profeta che è stato posto come sentinella non riferisce ciò che ha sentito, lui stesso morirà.
Ecco il salmo 94 invitarci ad ascoltare la voce del Signore e a lasciarci condurre tutti da lui, come popolo del suo pascolo. Ed ancora, sempre il salmo 94, ci esorta, se ascoltiamo la sua voce, una voce che può giungerci anche per mezzo del fratello, a non indurire il nostro cuore, come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto.
Così Gesù desidera che nella chiesa, nella comunità cristiana ogni membro diventi sentinella, profeta, pronto ad ascoltare la voce di Dio e a prendersi cura dell’altro, a riferire al malvagio della sua condotta, perché cambi e desista dalla sua malvagità.
Ciò che a Gesù sicuramente non piace è l’indifferenza. Se tuo fratello commette una colpa grave, un errore tu, posto come sentinella, non puoi rimanere indifferente, così come se tu stesso commetti una colpa grave, un errore tuo fratello, anche lui posto come sentinella, non può rimanere indifferente.
Se tuo fratello commette una colpa grave, un errore, va, ammoniscilo, dillo alla comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
Ma in che modo andare? In che modo ammonire il fratello? In che modo dirlo alla comunità. Cosa significa sia per te un pagano o un pubblicano?
Matteo non riferisce le modalità che Gesù forse ha detto sul modo di andare dal fratello che commette un errore grave, non riferisce come, secondo Gesù, riprendere il fratello che commette una colpa grave, un errore, ma, sicuramente la comunità che leggeva il vangelo, fatta di Ebrei convertiti a Cristo, conosceva bene il progetto di salvezza di Dio a vantaggio di ogni uomo, del popolo eletto, di tutto l’uomo.
Dio non abbandona Adamo, Eva, l’uomo, la donna quando commettono il peccato, una colpa grave, ma, anzi, da quel momento inizia a pensare un progetto di salvezza per l’uomo, per la donna. Un progetto che porta Dio stesso a farsi uomo, Dio stesso a comprendere l’uomo che ha commesso una colpa grave, facendosi uomo e vivendo fra gli uomini perché l’uomo aveva commesso un errore.
Se tuo fratello commette una colpa grave, un errore… siamo chiamati a fare la stessa scelta di Dio e Dio si è impegnato a vantaggio dell’uomo e per la sua salvezza fino alla croce e alla morte di croce.
Se tuo fratello commette un errore via l’indifferenza, il giudizio, via tutto ciò che non ti permette di guardarlo con gli occhi pieni della stessa misericordia, pieni di Spirito, con cui il Padre ha guardato dall’alto della croce ogni uomo.
Certamente questo è uno dei vangeli più difficili da vivere, perché sappiamo tutti quanto è difficile vivere accanto a chi commette una grave colpa, un errore. Sappiamo tutti come è difficile anche per gli altri vivere accanto a ciascuno di noi che commettiamo una grave colpa, un errore. Gesù non ci ha dato un metodo se non quello del suo Padre buono ma ci ha dato un’indicazione ben precisa, così riferisce Matteo: Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.
Io penso che in questa domenica siamo chiamati a chiedere tutti insieme a Dio di donarci la capacità di essere sentinella, di ascoltare la sua voce, di andare ed ammonire il fratello, di vivere, con misericordia, accanto al fratello che ha commesso una grave colpa. Accogliamo l’invito dell’Apostolo Paolo di non essere debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole, perché chi ama ha adempiuto la legge e pienezza della legge è la carità che non fa alcun male al prossimo.