Concluso il tempo Pasquale con i suoi preziosi 50 giorni e riempiti dallo Spirito Santo, la Chiesa ci dona di celebrare in questa domenica la Santissima Trinità, il Mistero di un Dio unico nella sostanza ma trino nelle Persone: Padre, Figlio, Spirito Santo.
Come accostarci a questo mistero?
Come far festa e comprendere ciò che oggi celebriamo?
Due sono le possibilità:
A partire dall’alto, con una mente filosofica e con la logica di un pensiero intelligente che mentre comprende dà ragione al mistero che diventa tale perché capito.
oppure
a partire dal basso, da un’esperienza di vita che è illuminata dalla luce del Vangelo che a sua volta prende vita e respiro dalla stessa esperienza di vita.
La rivelazione biblica e la pedagogia di Dio in essa presente ha condotto, quasi per mano, l’uomo e tutta l’umanità a fare esperienza di Dio, a conoscere Dio nel suo mistero non tanto con ragionamenti ma mostrandoci il volto del Padre, il volto del figlio, lo Spirito Santo amore
Nel libro del Deuteronomio e dall’interrogativo di Mosè al popolo comprendiamo che Dio è un Dio che si fa vicino all’uomo è un Dio che parla dal fuoco all’uomo è un Dio che si fa vicino all’uomo e combatte accanto e a vantaggio dell’uomo
Ed ancora comprendiamo che è un Dio relazione che abita non solo i cieli ma la stessa terra, anzi decide di vivere nel cuore dell’uomo stesso
Beato il popolo scelto dal Signore.
Beato l’uomo il cui cuore abitato dal Signore.
E i discepoli sono invitati dal risorto ad andare in Galilea sul monte che Gesù aveva l’oro indicato.
È il monte delle beatitudini
E qui, dal monte, Gesù invia i suoi discepoli a tutti i popoli a parlare del Padre del Figlio dello Spirito Santo
Non si tratta di fare discorsi sul mistero della Trinità ma di vivere-ripercorrere oggi la strada percorsa da Gesù che dal monte delle beatitudini lo ha portato al Monte Golgota e al giardino della Risurrezione
E camminare con piedi ben fissati a terra e sempre pronti a lasciarsi lavare guidati dallo spirito di Dio quello spirito che rende tutti figli adottivi per mezzo del quale possiamo gridare Abba padre
Il dolce suono della parola padre evoca timore e pone ogni uomo in una relazione con Dio Padre da figlio e nello stesso tempo con l’altro che percorre la stessa strada da fratello
Celebrare il mistero della Trinità e fare esperienza alla luce del Vangelo della parola che le nostre orecchie hanno sentito sul monte delle beatitudini: Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli
Povertà è entrare nel dinamismo intimo della vita Divina per sentirsi con Cristo figli adottivi del padre e nella potenza dello spirito vivere la fratellanza, la comunione con ogni fratello con tutta l’umanità.
Io sono con voi tutti i giorni fino fine del mondo.