Il vangelo secondo Matteo, per la ricchezza dei suoi contenuti, ha goduto di una larga diffusione lungo tutta la storia della Chiesa. Matteo dà grande importanza all’insegnamento di Gesù. Secondo il parere di molti studiosi, questo vangelo è articolato sulla base di cinque grandi discorsi. Per il resto, Matteo segue il racconto di Marco. Il libro si apre con uno scorcio sull’infanzia di Gesù, seguito dal racconto dei fatti essenziali che precedettero il suo ministero pubblico. Le pagine conclusive si riferiscono all’evento pasquale. Il materiale unisce discorsi e parti narrative e può essere disposto secondo questo schema:
Origini di Gesù (1,1-2,23)
Inizi della vita pubblica (3,1-4,11)
Gesù in Galilea (4,12-25)
Il discorso sul monte (5,1-7,29)
Miracoli di Gesù (8,1-9,34)
Il discorso sulla missione (9,35-11,1)
Discussioni su Gesù (11,2-12,50)
Il discorso delle parabole (13,1-52)
Rivelazione di Gesù: rifiuto e fede (13,53-17,27)
Il discorso sulla comunità dei discepoli (18,1-35)
Dalla Galilea alla Giudea (19,1-20,34)
Gesù a Gerusalemme (21,1-23,39)
Il discorso sugli ultimi tempi (24,1-25,46)
Passione e morte di Gesù (26,1-27,66)
Risurrezione di Gesù (28,1-20).
Le caratteristiche
In questo vangelo Gesù è presentato come colui che porta a compimento la storia e le speranze di Israele: la sua figura viene infatti collegata ai grandi personaggi dell’AT, in particolare a Mosè. Egli è il Maestro che insegna la nuova dottrina della salvezza; con la sua attività pubblica inaugura l’avvento del regno di Dio; chiamando i discepoli, dà inizio alla Chiesa, popolo di Dio; con la sua morte e risurrezione si manifesta come messia, il Figlio di Dio, annunciato dai Profeti, e ciò trova conferma nelle molte citazioni, tratte dalle Scritture ebraiche.
L’origine
La tradizione unanime della Chiesa antica attribuisce questo vangelo a Matteo, detto anche Levi, l’apostolo che Gesù chiamò al suo seguito dalla professione di pubblicano, cioè di esattore delle imposte (9,9). Con i vangeli di Marco e Luca, è uno dei tre vangeli sinottici. I destinatari immediati del vangelo di Matteo erano cristiani di origine ebraica, che probabilmente abitavano nella zona di Antiòchia di Siria. Forse un primo nucleo di questo vangelo, scritto in lingua aramaica, fu pubblicato tra il 40 e il 50 (e alcuni studiosi pensano di riconoscere in esso una fonte di Marco, altri la cosiddetta fonte Q). A noi è pervenuta soltanto una redazione greca, già conosciuta nel I sec. Per la stesura definitiva di questa redazione l’autore sembra abbia seguito da vicino soprattutto il vangelo di Marco.