Novena e ottava, pietà popolare e canto della liturgia.
Oggi e da oggi insieme, dal 17 al 24, la pietà popolare e il canto della Liturgia uniti nel cammino di immediata preparazione al Natale.
Tutto inizia a generare il Natale, tutto nella liturgia canta che il tempo è prossimo, il Natale è vicino.
Il Signore è vicino. Venite, adoriamo! È il canto dell’antifona che da ogni parte della terra allo spuntare del sole, oggi, la Chiesa ha intonato.
Si allietino i cieli ed esulti la terra: viene il nostro Dio, e avrà pietà dei poveri! È l’antifona che accoglie tutti i popoli oggi al banchetto eucaristico e invita anche i cieli ad allietarsi e la terra ad esultare perché viene il Signore ed avrà pietà dei poveri.
Lasciamoci davvero raggiungere sempre più dalla Parola, sia il Vangelo, la buona notizia ad occupare il nostro tempo ultimo di attesa del Natale. Via ogni preparativo che distoglie il nostro cuore da quell’unica Parola di vita che annuncia un evento mai udito: il cielo abita la terra, il Figlio del Padre si fa carne, pane da mangiare, vino che allieta ogni cuore!
Facciamo nostro l’invito di Giacobbe ai suoi figli: radunatevi ed ascoltate, ascoltate vostro Padre!
E mentre ci raduniamo per accogliere l’Amore ed ogni benedizione che renderà fertile il grembo della nostra comunità, tronco di Iesse, con il salmo 71 intoniamo all’unisono: Venga il tuo regno di giustizia e di pace.
Dalle montagne e da ogni luogo abbondi la pace e fiorisca il giusto e siano benedette tutte le stirpi della terra.
O Sapienza dell’Altissimo,
che tutto disponi con forza e dolcezza:
vieni ad insegnarci la via della saggezza.
O Sapienza donaci di comprendere quel mistero che sempre ci supera e che è la via che tu hai percorso fino alla pienezza di ogni tempo per brillare nella notte resa viva da quel primo respiro-vagito del Bambino che accoglie tutto Dio, tutto l’uomo.
È il Vangelo di oggi, la genealogia di Gesù che abbiamo ascoltato, è la via percorsa dalla Carità per farsi Samaritana all’uomo ed è la via sulla quale incontrare la carità e farsi abbracciare, salvare, avvolgersi nel manto dell’amore.
Matteo ci ha invitato a percorrere con la genealogia di Gesù, la strada fino a giungere al grembo delle origini di Israele e della storia della sua alleanza con Yahweh. E Abramo, Davide, Salomone e le donne Tamar, Raab, Ruth, Bezabea (la moglie di Uria) riaccendono in noi la memoria del fluire costante della salvezza nelle vicende degli uomini e di sentire con Abramo, Davide, Salomone e le donne Tamar, raab, Ruth e Bezabea il palpito della presenza ininterrotta di colui che accompagna la storia e la orienta al suo compimento, a Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato il Cristo.
La storia, anzi la strada percorsa da Dio, per giungere ad ogni cuore umano è davvero insolita, fiorisce da un tronco non del tutto santo, diversamente da come il credente e, forse anche noi, ci attendiamo.
Uomini, appartenenti al popolo d’Israele e stranieri, santi e peccatori ed anche donne e donne straniere, tutti contribuiscono a generare la vita, Gesù, chiamato il Cristo.
Quanta consolazione in tutto questo: Il Padre opera con tutti meraviglie e da tutti prende quel bello che è presente per operare meraviglie.
Nessun uomo, nessuna donna, nessun peccatore, nessun povero è insignificante agli occhi del Padre che ama percorrere strade insolite all’uomo e, oserei dire, al buon cristiano, per portare e donare la sua salvezza!
Strade insolite fino all’intervento divino in Maria, sposa di Giuseppe. Rallegrati, piena di Grazia. Il nome di Maria adesso è Piena di grazia! In Lei il primato adesso è dello Spirito e su strada resa insolita dallo stesso Spirito da Maria è nato Gesù, chiamato il Cristo, fragile Carità divina ma pane che sazia ogni uomo.