Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto.
In queste ultime domeniche del tempo ordinario la Chiesa ci invita a riflettere sul mistero della vita oltre la morte, e ci esorta a professare la nostra fede nella risurrezione, non solo la risurrezione del Cristo ma anche la nostra nella carne.
Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto.
Così abbiamo risposto con il salmo 16 alla prima lettura dal secondo libro dei Maccabei che ci ha narrato il martirio di sette giovani figli che hanno preferito la morte piuttosto che trasgredire la legge di Mosè cibandosi di carni suine proibite.
Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno.
Io t’invoco,
custodiscimi come pupilla
e io nella giustizia
contemplerò il tuo volto
al risveglio mi sazierò della tua immagine. (Sal 16)
È la preghiera che certamente ha nutrito il cuore e la mente della madre prima e poi dei sette giovani martiri che, come abbiamo ascoltato, hanno amato la giustizia per contemplare nell’oggi del quotidiano il volto del Signore e saziarsi al loro risveglio dalla morte della misericordia del Padre.
E mentre i sette martiri e la madre affrontano con coraggio la morte proclamano la loro fede nel Signore della vita e andando incontro alla morte osannano e celebrano la vita donata per sempre.
«Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri». Così si rivolge uno dei martiri al carnefice.
Ed un altro fratello dice al carnefice: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita».
Ed ancora un altro fratello: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna».
Quale fede grande nella risurrezione che è certezza di saziarsi dopo la morte contemplando il volto del Servo dell’Universo. È la vita piena, è la vita che è dono gratuito a coloro che gridano al Signore e chiedono a lui di porgere l’orecchio alla loro preghiera.
Ed anche la madre, figura della Chiesa, esorta tutti i suoi figli a non preoccuparsi di se stessi e della loro vita perché il Creatore dell’universo per la sua misericordia restituirà loro di nuovo il respiro e la vita. E la madre, mentre esorta il figlio piccolo a non temere il carnefice, professa in modo solenne la sua fede nella risurrezione. Così la professa rivolgendosi al figlio: mostrati degno dei tuoi fratelli perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia. Il giorno della misericordia è il giorno della risurrezione per ogni uomo e per ogni donna che hanno sperato ed hanno posto ogni fiducia nel Signore.
Ci sazieremo contemplando il tuo volto. La nostra vita sarà piena e vera contemplando il volto del Signore.
Il vangelo narra dei Sadducei che non credono alla risurrezione e polemizzano con Gesù chiedendo: La donna che è andata in sposa a sette fratelli per la legge del levirato di chi sarà moglie alla risurrezione? Polemizzano e desiderano mettere in ridicolo Gesù. Ma Gesù risponde che coloro che sono giudicati degni della vita futura non prendono né moglie né marito perché saziano la loro vita contemplando il volto del Padre così come gli angeli, anzi più degli angeli stessi perché figli nel Figlio. Coloro a cui è donata la vita futura ricevono da Dio stesso la vita, quel Dio per mezzo del quale viviamo e ci muoviamo, quel Dio che ci dona il respiro e sarà cibo eterno per la nostra vita piena, tutta bella e tutta buona.