In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
E in quel salire, verso il Monte alto, di certo, avranno ricordato il loro Padre Abramo e come Dio lo mise alla prova!
Lo chiamò per nome e al suo «Eccomi» gli disse: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Come Abramo, sacerdote, Gesù sale su un monte alto.
Come Isacco, vittima per il sacrificio, Gesù sale, in compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni, su un monte alto.
E sul monte mentre Abramo stende la mano sulla vittima del sacrificio, il figlio Isacco, ecco di nuovo la voce: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
Ed Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
Isacco sul monte è risparmiato mentre l’ariete è offerto!
Sul monte Golgota l’ariete è risparmiato e Gesù, il Figlio, l’Unigenito del Padre, è offerto.
Come i discepoli avrebbero potuto comprendere? I loro occhi ancora non erano illuminati dallo splendore della risurrezione.
Ed oggi, la Chiesa, la comunità cristiana, ogni singolo credente e seguace come Pietro, come Giacomo, come Giovanni, guarda il monte Golgota di Gesù, vive il proprio monte Golgota allo splendore della luce che promana dal sepolcro aperto?
Come per Pietro, per Giacomo e per Giovanni, oggi, Gesù si trasfigura dinanzi a noi per lasciarci intravvedere il dopo del nostro monte Golgota. E dinanzi a questa luce, alla luce della Trasfigurazione, invochiamo lo Spirito perché ci dia di costruire tre tende, come Pietro propose a Gesù ma, non imitiamo Pietro e poniamo al centro delle tende quella di Gesù.
Ascoltiamo la voce del Padre che giunge alle nostre orecchie: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!», apriamo il nostro cuore e vedremo Gesù solo e l’unica legge, quella dell’amore che i profeti hanno annunciato.
Nel nostro camminare insieme con Gesù verso il monte alto della nostra trasfigurazione in Cristo è obbligatorio, è necessario passare per il monte Golgota, per il nostro monte Golgota ed accogliere il Figlio che il Padre non ha risparmiato ma lo ha consegnato per tutti noi. E nel Figlio consegnato, Dio è per noi e ci donerà ogni cosa, la gioia della trasfigurazione nel Figlio suo, così come l’Apostolo Paolo scrive ai cristiani di Roma.
Scendiamo oggi dal monte della Trasfigurazione e raccontiamo con la nostra vita ciò che nostre orecchie hanno ascoltato: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!»
Scendiamo oggi dal monte della Trasfigurazione e raccontiamo con la nostra vita ciò che il nostro cuore ha gustato: il Pane Eucaristico.
Scendiamo oggi dal monte della Trasfigurazione e raccontiamo con la nostra vita ciò che i nostri occhi hanno visto in quel pezzetto di Pane Eucaristico: la Croce vuota, il sepolcro aperto, le vesti spendenti, bianchissime. È la luce della risurrezione!